martedì 29.07.2025

Atlantis Headwear incontra ONA per dare vita ad un nuovo capitolo!

Il sipario si riapre con “Pueblo del Sol” nel deserto di Atacama.

Un Concept che nasce dalle dune del deserto: “Pueblo del Sol”.

Atlantis Headwear abbraccia ONA Short Film Festival Venice per dare vita al nuovo, quarto capitolo della nostra collaborazione. Abbiamo infatti lavorato insieme a Joaquín Gómez – affiancato dal fratello Tomàs e dal suo team creativo – per dar vita a “Pueblo del Sol”, un cortometraggio che trasforma il deserto di Atacama in un palcoscenico vivente. Tra ventagliature di luce rosa all’alba e ombre bluastre al calar del sole, il film celebra la cura delle comunità locali per ogni granello di sabbia e ogni solco di roccia. È un invito a sentire la terra sotto i piedi, a cogliere il respiro ancestrale che unisce l’uomo al deserto, riflesso della nostra stessa passione per l’equilibrio tra performance e responsabilità.

Atlantis Headwear x ONA Short Film Festival Venice

“Pueblo del Sol” è Viarly, la voce del deserto.

Tra le protagoniste, spicca Viarly, la cui forza incarna l’amore per quei paesaggi. “Il deserto mi ha insegnato a fermarmi ad ascoltare il vento”, ci racconta in un momento di pausa tra una ripresa e l’altra. Ma non solo, la protagonista di “Pueblo del Sol” è anche la voce coraggiosa del club Desertika Escalada, collettivo tutto al femminile che trasforma l’arrampicata in strumento di solidarietà e rinascita. “Ogni volta che mi arrampico sento il respiro della mia comunità che mi sostiene” racconta, mentre posa lo sguardo sui crepacci infuocati dall’alba. Desertika non è solo un’associazione: è un rifugio per donne e dissidenti in difficoltà, un luogo dove la roccia diventa palestra di fiducia e confronto e il deserto un abbraccio silenzioso che insegna a proteggere ciò che amiamo.

“Pueblo del Sol” è Elder, dove antiche radici incontrano nuove sfide.

Elder, co-protagonista di “Pueblo delSol”, affronta le pareti di Atacama accanto a Viarly, sua mentore e “sorella della roccia”. Racconta con emozione: “Qui il vento ti sussurra antiche storie, ed è come se ogni granello di sabbia fosse un ricordo da custodire.” In un’altra pausa di ripresa, rivela: “Ho imparato che la paura è un’alleata, mi spinge a guardare oltre il mio limite e a scoprire chi sono davvero”. Elder, infatti, chiude il suo racconto con un sorriso: “Ricordo la prima volta che Viarly mi sollevò in cima a quella falesia infinita. Avevo le gambe di gelatina e il cuore in pugno. Fu in quel momento che compresi che non stavo scalando solo una parete, ma costruendo una nuova famiglia”.

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