Di cosa si tratta?
Il poliestere è una fibra importante nelle nostre collezioni e una delle più utilizzate al mondo: forte, durevole e resistente alle pieghe, ci consente di realizzare cappelli leggeri che si asciugano rapidamente. Ma la sua produzione ha un costo in termini ambientali: è una fibra sintetica derivata dal petrolio con sì un minore impatto ambientale rispetto alle fibre naturali in termini di acqua e terreno1 ma l’energia necessaria per produrre il poliestere lo rende comunque un processo ad alto impatto2. Ecco perché Atlantis vuole incoraggiare l’uso di poliestere riciclato invece di quello vergine di origine fossile.
Il suo alter-ego, poliestere riciclato, o rPET, è realizzato con polimeri ottenuti fondendo bottiglie di plastica usate e trasformandole in fibra tessile. Sapevate che ogni minuto nel mondo vengono acquistate quasi 1 milione di bottiglie di plastica3?
Anche se le opzioni riciclate consentono una riduzione delle emissioni rispetto alle opzioni vergini, sappiamo che non è la soluzione definitiva all’inquinamento da fibre sintetiche: il processo di riciclaggio meccanico dell’rPET riduce significativamente la qualità del materiale e purtroppo pochissimi capi vengono riciclati per l’uso tessile e la maggior parte degli indumenti in poliestere sono ancora nelle discariche. Inoltre l’rPET non è biodegradabile e perde fibre microplastiche tanto quanto la plastica vergine.
Tuttavia, la scelta di utilizzare questo materiale nei nostri prodotti deriva da validi motivi:
• Resistenza: se esposto al sole, il materiale non schiarisce e perde qualità, a differenza del cotone; questo consente una maggiore durabilità una riduzione degli scarti
• Mancanza di alternative su larga scala: attualmente non esistono alternative all’rPET riciclato meccanicamente nella produzione su larga scala
Per porre rimedio alle problematiche relative al rPET, ci impegneremo ad adottare una serie di comportamenti virtuosi lungo il nostro percorso di transizione sostenibile. Ad esempio, riteniamo necessario effettuare un monitoraggio continuo del mercato del poliestere riciclato chimicamente che, sebbene generalmente caratterizzato da un impatto ambientale maggiore rispetto a quello riciclato meccanicamente, può essere sottoposto a un numero maggiore di processi di riciclo mantenendo la qualità. Inoltre, stiamo valutando collaborazioni con enti lungo la filiera per garantire il riciclo dei rifiuti generati durante la produzione. Un’altra opzione che consideriamo è l’uso di materiali alternativi, come il nylon riciclato o la lana riciclata.
In conclusione, il poliestere riciclato è ancora una fibra più sostenibile dal punto di vista ambientale rispetto al poliestere vergine. Più ricicliamo, meno immondizia finisce nelle nostre discariche. Possiamo ridurre la nostra dipendenza dal petrolio e risorse naturali, risparmiare sui costi di produzione ed energia e ridurre gli impatti negativi dell’estrazione e lavorazione dei materiali vergini.
Il nostro studio LCA4 condotto sui prodotti in poliestere ha mostrato che quando sostituiamo il poliestere vergine con uno riciclato riduciamo le emissioni di CO2 del 4% e se sostituiamo l’acrilico abbiamo una riduzione di quasi il 70%. Non male!
Il riciclaggio ci aiuta a ridurre la dipendenza del settore dalle fonti di combustibili fossili e a gestire le nostre risorse in modo più etico: utilizzando i prodotti al massimo delle loro potenzialità.
1.Sustainable Apparel Materials 2015
2.Environmental Sciences Europe (2021) Analysis of the polyester clothing value chain to identify key intervention points for sustainability
3.The Guardian
4.L’LCA è stato condotto su articoli selezionati, tenendo conto del ciclo di vita completo del prodotto, dalla sua produzione alla distribuzione
5. Confronto calcolato su 1 kg di poliestere riciclato rispetto a poliestere vergine dai dati di Textile Exchange