L’uomo produce oltre 430 milioni di tonnellate di plastica all’anno a livello globale, due terzi delle quali sono prodotti a breve durata che presto diventano rifiuti. Le reti da pesca abbandonate, smarrite e scartate, note come “reti da pesca fantasma”, sono un critico contributo, ma spesso trascurato, all’inquinamento plastico degli oceani. Si stima che rappresentino il 20-30% dei rifiuti plastici marini.*
Per questo abbiamo scelto di stringere una partnership con ReTraze, un’azienda che collabora con piccole imprese, pescatori e ONG per raccogliere reti da pesca dismesse e trasformarle in PE riciclato al 100%.
Anche grazie alla collaborazione con ReTraze, con la collezione 2024 abbiamo introdotto le nostre nuove visiere realizzate attraverso l’upcycling il riciclo di reti da pesca dismesse e bottiglie di plastica.
Dal 2016, ReTraze è stata attivamente coinvolta nella raccolta di queste reti da pesca abbandonate. Attraverso anni di ricerca e miglioramenti continui, hanno stabilito una catena di fornitura verticale che converte efficacemente le reti da pesca scartate in pannelli di polietilene ReTraze riciclato. Il processo di riciclo impiegato da ReTraze prevede diverse fasi, tra le quali la selezione delle reti, il taglio, il lavaggio, la fusione, la tritatura, l’estrusione e il taglio di precisione dei pannelli, dai quali vengono create le visiere Atlantis Retraze. Scegliendo questo materiale, non solo si riducono i rifiuti, ma viene creato anche un prodotto che testimonia le potenzialità dell’eco-design.
Dalle produzioni del 2024, abbiamo orgogliosamente introdotto le visiere riciclate su tutti gli articoli della collezione Atlantis.
*Source: Turning off the Tap: How the world can end plastic pollution and create a circular economy – Authors: UNEP